VILLE IN FESTA SANTA MARIA DI LEUCA

4-5 GIUGNO 2011
SANTA MARIA DI LEUCA (Lecce)


Si rinnova a Santa Maria di Leuca sabato 4 e domenica 5 giugno 2011 la manifestazione “Ville in Festa” con l’apertura al pubblico dei giardini delle più belle Ville che impreziosiscono alcuni angoli della cittadina bimare ed il Lungomare Cristoforo Colombo: un’occasione unica per scoprire architetture eclettiche realizzate alla fine dell’Ottocento dal genio di Giuseppe Ruggeri, Achille Rossi, Carlo Luigi Arditi, Giuseppe Fuortes.

E’ previsto un ricco programma che comprende, oltre alla visita degli esterni delle ville, esibizioni di artisti, degustazioni di vini e prodotti tipici locali, proiezioni di cortometraggi ed un tocco di alta moda, con l’intento di testimoniare l’esigenza di rendere le ville di Santa Maria di Leuca un patrimonio artistico e culturale da salvaguardare.

Le Ville in Festa di Leuca che apriranno i loro splendidi giardini sono : Villa Arditi - Villa Arditi di Castelvetere – Villa Pia – Villa Cezzi - Villa Circolone - Villa Colosso – Villa Daniele – Villa Episcopo – Villa Fuortes – Villa La Meridiana – Villa Licci - Villa Ramirez - Villa Gioacchino Fuortes - Villa Sangiovanni – Villa Mellacqua – Villa Marcucci – Villa Scipione Sangiovanni – Villa Serracca – Villa Tamborino-Cezzi.

Il Programma della giornata prevede: 

Sabato 4 giugno
In mattinata dalle ore 9:30 alle ore 12:30 visita guidata delle Ville; escursione in motobarca alle grotte di Santa Maria di Leuca e pranzo con tariffe confidenziali riservate dagli operatori turistici di Santa Maria di Leuca ai partecipanti alla manifestazione; nel pomeriggio, dalle ore 15:30 alle ore 18:00, visita guidata delle Ville. In serata pianobar & Martini Party

Domenica 5 giugno
In mattinata dalle ore 9:30 alle ore 12:30 visita guidata delle Ville; escursione in motobarca alle grotte di Santa Maria di Leuca e pranzo con tariffe confidenziali riservate dagli operatori turistici di Santa Maria di Leuca ai partecipanti alla manifestazione; alle ore 10.30 nella Cappella di S.Pietro di Villa Arditi di Castelvetere Lodi e Canti.
Nel pomeriggio, dalle ore 15:30 alle ore 18:00, visita guidata delle Ville.
Alle ore 18:30 è prevista l’apertura della Cascata Monumentale dell’Acquedotto Pugliese.

Per l’intera giornata all’interno dei giardini delle Ville il Teatro Minimo d'Occasione Diso Pisani movimenterà l’evento con esibizioni di figuranti in costume d’epoca sulle le note dei violini gitani.
Originali carrozza d’epoca e calessi realizzati dal taurisanese Armando Ciurlia ed un calesse dell’Associazione Amici del Murgese rievocheranno sul Lungomare Colombo scene d’altri tempi.
All’interno dei giardini delle Ville sono previste animazioni musicali e teatrali a cura di Specimen dell’ art director Salvatore Gervasi.
Con i fiori delle aziende florovivaistiche delle Città di Taviano e Leverano, flowers designers realizzeranno dei bouquet che saranno offerti ai visitatori, mentre selezionate aziende proporranno degustazioni guidate di vini d.o.c./i.g.t. e di olii d.o.p. ed importanti vivaisti renderanno ancora piu’ suggestivi i giardini.
Gli artisti salentini, tra cui Domenico Tarsitano, Mimmo Anteri, Luigi Quida, Biagio Raone, Patrizia Angelozzi, Luisa Cotardo, Antonio D’Aversa e Vito Vallo realizzeranno delle performances nei giardini delle Ville sul tema del paesaggio di Santa Maria di Leuca.
Nel Vico degli Artisti, prospiciente l’ingresso al porto turistico, gli allievi degli Istituti d’Arte salentini ed alcuni artigiani del Consorzio Artigiani della Provincia di Lecce lavoreranno dal vivo i materiali della pietra leccese, della cartapesta, del legno d’ulivo, del rame, del ferro battuto.
Il Salento Club Auto Storiche riporterà il tempo indietro partecipando con alcune vetture d’epoca che potranno essere ammirate all’ingresso di ogni Villa.
La Libreria Antica Roma sarà presente nei giardini delle ville con le case editrici membre del Club che presenteranno le ultime novità letterarie.
L’ architetto Antonio Monte ripercorrerà la storia delle ville ottocentesche presentando studi e rilievi per la costituzione di un fondo documentario di questo patrimonio architettonico unico nel suo genere da consultare on line.
Fashion in Italy Studio, con il fotografo Salvatore Mangia inizierà i primi scatti del Calendario Salento faro dei Due Mari 2012 Gemme d’Italia Porto Cervo, Portofino, Positano, Santa Maria di Leuca, Taormina: tra le prime top models che saranno ritratte su idrovolanti sono attese Marky Fitzova e Micaela Stefanenkova.
Nella serata alcune Ville saranno ancora più splendide grazie all'illuminazione artistica che sarà realizzata per l’occasione da Illuminotecnica Archiled.

Per la realizzazione dell’evento, curato dal Comune di Castrignano del Capo – Assessorato al Turismo, è stato richiesto il patrocinio al Ministero dei Beni Culturali, alla Regione Puglia, alla Provincia di Lecce, all’Università degli Studi di Lecce, alla Camera di Commercio Lecce, all’Istituto di Culture Mediterranee, al GAL Gruppo d’Azione Locale Capo Santa Maria di Leuca, all’Ordine degli Architetti di Lecce, e la collaborazione di Cultura & Turismo, del Circolo Culturale La Ristola, della Pro Loco Leuca, dell’Acquedotto Pugliese, della Camerata Musicale Salentina, dell'Azienda di Promozione Turistica di Lecce, dello Yacht Club Leuca, della Lega Navale Italiana sezione di Leuca, del Circolo Filatelico e Numismatico F.Belloni Lecce, dell’Istituto Comprensivo Statale G.Galilei Castrignano del Capo, dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore G. Salvemini Alessano, dell’ Istituto Statale d’Arte E. Giannelli Parabita, dell’ Istituto Statale d’Arte G. Toma Galatina, dell’ Istituto Statale d’Arte N. Della Notte Poggiardo, dell’Itituto Nautico Vespucci di Gallipoli, dell’ Associazione Auroville Blossom Corpo di Ballo del Principato di Leuca, del Salento Club Auto Storiche, degli Operatori Turistici Santa Maria di Leuca, di Salento Faro dei Due Mari, della Protezione Civile, della Scuola di Cavalleria dell’Esercito Italiano, della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, del Corpo Forestale dello Stato, della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco, dell’Idroclub Capo Leuca, della Croce Rossa Italiana, dell’ANMI Associazione Nazionale Marinai d’Italia Sezione di Castrignano del Capo-Leuca, di Mercaflor, del Consorzio Artigiani della Provincia di Lecce, della Confartigianato, dei Presidi del Libro, del Movimento del Turismo del Vino, del Conservatorio Statale Tito Schipa Lecce, di Merico Pianoforti, di Calessi e Carrozze Armando Ciurlia, dell’ Associazione Sportiva Amici del Murgese, del Centro Nautico Smarè, degli Operatori Turistici di Santa Maria di Leuca.

UNA DONNA SINDACO DI CASTRIGNANO DEL CAPO

Anna Maria Rosafio Sindaco di Castrignano del Capo!!
Finalmente, per la prima volta, una DONNA diventa sindaco del comune più a sud della Puglia, del tacco estremo d'Italia, LEUCA CAPE.
 
Riportiamo i risultati ufficiosi, in tempo reale dai seggi 
Lista Civica N 1 - Città Insieme (Pd + ex An) 1.976 (53.18%)
Lista Civica N 2 - Continuità Progresso (Pdl, la Puglia prima di tutto)  1.739 (46.81%)

CIAO ROCCO!!

Ieri è venuto a mancare ROCCO SERGI, detto "Ciruolo", di Gagliano del Capo, uno dei più vecchi pescatori di pupiddhi di Leuca. Uomo generoso, con il suo affezionato vespino, che se ne stava più a mare che a terra!
Ciao ROCCO, rimarrai sempre nei nostri pensieri...
Alessia

Località Ciolo e Gagliano del Capo

Gagliano del Capo, un incantevole borgo che sorge sulla Serra dei Cianci, nella provincia di Lecce si presenta al visitatore come un bel paese afacciato sull'Adriatico, a dominare un splendido tratto di costa rocciosa, che culminano nella notossima località del Ciolo. Qui le scogliere si alzano ad un'altezza vertiginosa di oltre 20 metri sul livello del mare, che chi percorre la litoranea può ammirare nella sua estrema bellezza, culminante con il suggestivo ponte che la attraversa a 26 metri di altezza e da cui si scorge la famosa piscina naturale della Grotta dei Ciolo.

Naturalmente qui non si troveranno amene lunghissime spiagge, ma le piccole calette e le insenature tra le rocce offrono agli appassionati del mare giornate indimenticabili in un mare turchese e blu intenso. Il paese ha un bel centro storico, che si inerpica tra vicoli e stradine strette di chiaro impianto urbanistico medievale, ed interessanti monumenti da vedere, prima tra tutti la Chiesa Madre.


Ricette dal Salento: FAVE E CICORIE

Questo è uno dei più tradizionali  piatti della cucina tipica salentina, viene proposto quasi ovunque e nella sua semplicità è la sintesi della cucina “povera” contadina. Era il nutrimento base dei lavoratori dei trappiti, quando per alcuni mesi vivevano all’interno dei frantoi ipogei.
Si utilizzano le fave secche, senza buccia e divise in due (cioè i due cotiledoni separati), le cosiddette fave nette; la cicoria dovrebbe essere quella selvatica, ma non essendo disponibile in tutte le stagioni viene sostituita con la cicoria coltivata (la catalogna).
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Mettere a bagno le fave secche per 12 ore, togliere l’acqua di ammollo e mettere in pentola (possibilmente di terracotta) con una cipolla, due pomodorini, poco sedano e sale, coprire di acqua e cuocere fino a che le fave si riducono a purè (una volta cotte ci si può aiutare con un frullatore ad immersione, il purè deve risultare appena un pò meno denso di quello di patate).
Nel frattempo si lessano in abbondante acqua salata le cicorielle selvatiche.
I due ingredienti vengono serviti nello stesso piatto e si mangiano assolutamente assieme, conditi con un filo di olio d’oliva crudo, una squisitezza!!!

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Ricette dal Salento: PEZZETTI DI CARNE DI CAVALLO

Piatto della tradizione antica salentina, si trova in tutte le sagre e le feste  popolari,  “finger food” locale quando mangiato dentro al panino; pietanza onnipresente nelle vecchie “puteche” dove si beveva vino sfuso e si mangiavano pezzetti e trippa (purtroppo oramai questa sorta di vecchie osterie è quasi scomparsa alla pari dei “bacari” veneziani).
Esistono diverse varianti di questa ricetta, molte somigliano ad un comune spezzatino, ma la mia preferita l’ho imparata da una vecchia signora da cui ho mangiato molti anni fa che preparò la carne più tenera e delicata che avessi mai provato.
La carne di cavallo va prima lessata (in pezzo unico!) in abbondante acqua con 3 o 4 foglie di alloro, avendo cura di schiumarla bene all’inizio della cottura.
Una volta lessata si taglia la carne in pezzetti regolari e la si mette a rosolare in un trito di cipolla e aglio ben soffritti e appassiti con un pò di vino rosso.
Il brodo si tiene da parte dopo averlo filtrato con il colino.
Bagnare con altro vino e quando è sfumato coprire la carne con il brodo di cottura, salare e pepare.
Dopo un pò aggiungere del concentrato di pomodoro sciolto in un pò del brodo tenuto da parte (importante che sia concentrato e non salsa di pomodoro), le donne salentine lo preparavano in estate passando  i pomodori e facendoli asciugare lentamente al sole, noi useremo un tubetto o un barattolo (per 1,5Kg di carne un tubetto di passata circa).
La cottura deve essere lenta e prolungata, almeno 3 o 4 ore, se il sugo si riduce troppo si versa mano mano un pò del brodo tenuto da parte, alla fine la carne dovrà essere estremamente morbida, tanto da tagliarsi con la forchetta e il sughetto denso e buonissimo.

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Ricette dal Salento: RAPE E FAGIOLI

In un mondo contadino e povero, in cui la carne compariva in tavola solo poche volte all’anno e le uova venivano date solo agli ammalati (altrimenti si vendevano), la cucina si basava necessariamente sulle verdure e i legumi.
Oggi trovano posto nei menù dei ristoranti tipici tutti questi vecchi piatti che non solo risultano estremamente sani da un punto di vista nutritivo, ma anche e soprattutto estremamente piacevoli e gustosi.
Fave e cicorie e rape e fagioli sono due abbinamenti che sicuramente vi sorprenderanno.
rape e fagioli
  I fagioli sono quelli bianchi cannellini, tipicamente coltivati in queste terre, vanno messi a mollo per 12 ore e poi lessati.
Le rape vanno pulite con attenzione conservando solo le cime e le foglie più piccole, lavate e sbollentate in abbondante acqua salata.
Alla fine si scalda in un tegame un pò di olio di oliva, aglio e peperoncino e si aggiungono le rape e i fagioli scolati, che devono cucinare lentamente fino a che i sapori si amalgamano bene, mescolando con cura.
Si servono con crostini di pane (fritto nella ricetta originale, ma anche arrostiti vanno bene)

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Ricette del Salento: PITTA DI PATATE

Non manca mai in nessuna festa o in un  ”pic-nic”, ne esistono innumerevoli versioni e cercherò di darvi quelle collaudate.
Per questa preparazione occorre innanzitutto lessare le patate (500 gr) e passarle al passaverdure.
Si aggiunge al purè ottenuto del formaggio grattugiato (100 gr), farina (un cucchiaio), lievito di birra (1/2 cubetto) sciolto in un pò di latte e sale. Amalgamare tutto bene mescolando.
In una teglia da forno unta di olio e cosparsa di pane grattugiato si stende una metà del composto, si usano le mani bagnate per aiutare l’operazione, si farcisce con cubetti di formaggio fresco (100 gr), pezzetti di pomodoro pelato (meglio se fresco scottato e pelato) e tonno sbriciolato.
Si copre con il composto rimanente, chiudendo bene in modo che il ripieno sia ben racchiuso all’interno, si spolvera con abbondante pane grattugiato e si inforna a 180 gradi fino a che la superficie risulta dorata e croccante.
Ideale per le feste di bambini che generalmente adorano la pitta col tonno.

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Ricette salentine: FRITTELLE DI RICOTTA

ricottaOggi è venuta a pranzo mia suocera portando della ricotta appena fatta e ancora calda; è così buona e delicata che qualsiasi cosa se ne faccia risulta di una bontà straordinaria.
Abbiamo deciso di fare queste frittelle, semplicissime da preparare e per questo eccezionali, il dolce più comune tra i contadini di un tempo.

Si schiaccia la ricotta con la forchetta, per 400 gr di ricotta si mettono 2 uova intere, una presa di sale e un cucchiaio di farina.
Si mescola bene e si frigge in olio bollente (meglio se di semi così risulta più delicato) versando la pastella con un cucchiaio.
Si mangiano calde spolverate di zucchero o in alternativa bagnate col miele caldo e si servono assieme a fettine di arancia.

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Ricette salentine: CARCIOFI E CICORIE RACANATE

puntarellecarciofo In una teglia da forno fare uno strato con  prezzemolo, sedano e cipolla tritati.
Sopra questa base disporre i cuori di carciofo (7/8)  puliti, lavati e , se troppo grandi, tagliati a metà e i cuori delle cicorie (1 Kg).
Si aggiunge un pò di acqua (senza coprire la preparazione) e si condisce con sale,  pepe, origano,  pomodoro a pezzi e olio.
Cuocere in forno a 150 gradi, a metà cottura si aggiungono due manciate di olive nere e capperi e abbondante pane grattugiato, un filo d’olio ancora e si rimette in forno fino a 5 minuti prima della fine.
A questo punto si versano sulla superfice due o tre uova sbattute in un piatto e si finisce la cottura, alzando un pò la temperatura del forno, fino a che la superfice non risulta ben dorata.

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I PARCHI DEL SALENTO

lucia 2009 053Il Basso Salento si caratterizza per essere uno dei santuari della biodiversità del mondo e questo nonostante la presenza dell’uomo sia sempre stata diffusa capillarmente sul territorio fin da epoche preistoriche. L’enorme valore naturalistico di questa area è espresso chiaramente dai seguenti numeri:
- 6 tra Parchi e Riserve Regionali
- 1 Riserva Statale
- 1 Area Marina Protetta
- 1 Area Marina Protetta in via di istituzione
- 34 Siti di Interesse Comunitario (aree S.I.C.) per la tutela di habitat minacciati
- 2 Zone di Protezione Speciale per l’avifauna
- 28 Specie floristiche che fanno parte della “Lista Rossa nazionale”
- 39 Specie floristiche che fanno parte della “Lista Rossa regionale”
Una enorme ricchezza che si concentra soprattutto sulla linea costiera, in molti punti anticamente paludosa con aree umide di grande interesse preservate nel corso dei secoli data la loro natura ostile, colpite come erano dalla malaria e rifugio di pirati. Ma anche nelle “serre” più interne, in quella che era la rete idrografica superficiale, di cui ora rimane solo traccia, e non ultimo in tutto quel sistema sotterraneo costituito da fenomeni carsici epigei ed ipogei, ancora in parte inesplorati.
Questa incredibile varietà di forme di vita si deve alla particolare posizione geografica di questa lingua di terra che, data la sua posizione centrale nel Mediterraneo, ha subito l’influenza sia dei vicini Balcani montuosi e ricchi d’acqua, che delle aride terre del Nord Africa.
Ancora oggi i venti trasportano sabbie dal Sahara e semi dalle zone situate a Est, Nord/Est, proviamo ad immaginare che tipo di scambio possa essere avvenuto nel corso delle ere, quando periodicamente l’alzarsi ed abbassarsi del livello del mare “univa” la nostra penisola ai territori frontalieri.
Un altro importante fattore di interesse è quello di essere lungo alcune delle rotte migratorie, sia aeree che marine, tra Africa ed Eurasia; sono molte le specie che sostano lungo la costa, spezzando il loro lungo viaggio, rendendo ancora più necessario proteggere anche integralmente alcune aree importanti.
Per quanto riguarda le vie di migrazione marina, il Salento ha sempre offerto riparo e luogo di riproduzione a due specie simbolo del Mediterraneo e cioè Caretta Caretta e Foca Monaca. Sono purtroppo troppi anni che la Foca Monaca non viene avvistata, la tutela e la regolamentazione dell’uso di alcuni tratti di costa, può riportare a casa una delle specie più a rischio d’estinzione dell’intero Mediterraneo.
Non crediamo a uno sviluppo fatto di strade, grandi alberghi e villaggi turistici.
Noi crediamo che la protezione di questo immenso patrimonio sia la vera sfida per lo sviluppo futuro di questa terra, crediamo che solo la tutela, la salvaguardia e la “ricostruzione” degli habitat più compromessi possa rendere in termini di qualità della vita e portare di conseguenza a uno sviluppo turistico basato sulle tipicità anche architettoniche.

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COSA MANGIARE IN SALENTO

La cucina e le abitudini alimentari del Salento, sono il risultato del mix di popoli e culture che si sono avvicendati in questa terra nel corso dei secoli, dell’incontro dell’Oriente con l’Occidente di cui il Salento è stato protagonista data la sua posizione centrale e strategica nel Mediterraneo e della profonda conoscenza di un popolo intimamente legato alla terra, ai suoi prodotti e all’avvicendarsi delle stagioni.
Una delle bandiere dell’alimentazione salentina è la frisa: una piccola forma di pane cotto due volte e quindi di lunghissima conservazione, che viene bagnata in acqua e condita con pomodoro, olio e origano e che proviene dall’antica Grecia (tutt’oggi la troviamo assieme alle orecchiette nella cucina cretese)
Racconta Virgilio che fu Enea ad introdurle in Salento quando sbarcò a Porto Badisco e sicuramente sono un’eredità della colonizzazione delle coste salentine avvenuta a partire dall’VIII secolo a.C., quando c’erano ancora i Messapi e di cui rimangono profondi segni nei 9 comuni della Grecia Salentina.
E ancora la zuppa Gallipolina a base di pesci cotti in olio, cipolla, aceto e pepe è la “zuppa degli antichi greci”.
La puccia, cioè il pane farcito di olive, è invece il segno della dominazione Romana iniziata intorno al III secolo a.C.
Come pure la “scapece”: pesciolini fritti e conservati in una marinatura di pane sbriciolato, aceto e zafferano in botti tagliate a metà, di colore giallo vivo, si trovano in tutte le sagre e feste di paese, da provare assolutamente. Il suo nome deriva dal latino esca Apicii, perché Apicio nel suo De Re Coquinaria  del I secolo d.C., ne riporta una  ricetta molto simile.
Come conseguenza della scissione dell’impero romano d’Oriente e d’Occidente, arrivarono i Bizantini che dominarono a lungo, mentre contemporaneamente orde di pirati Arabi e Ottomani attaccavano, razziavano e distruggevano lungo tutta la penisola.
Troviamo la loro eredità culinaria in un’altra delle ricette salentine più tipiche i ciciri e tria:  delle specie di tagliatelle di acqua e farina, in parte bollite e in parte fritte e condite con una densa minestra di ceci. Ora una tradizione Cristiana racconta che le trie rappresentano i trucioli di legno della falegnameria di San Giuseppe, ma in realtà “tria” è la parola che usavano gli arabi per indicare la pasta secca.
Arriviamo nel 1071, con l’arrivo dei Normanni, e poi di seguito gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi, i Borboni e da ognuno di loro i salentini assorbirono cultura costumi e gastronomia.
Agli inizi del ‘500 Antonio Galateo, medico e umanista, insorse contro la cucina spagnola fatta di vivande composte che considerava indigeste e pesanti, raccomandando l’uso diffuso di aglio e cipolla come ingredienti con proprietà di indurre una vita sana: ancora oggi semplicità è uguale a genuinità.
L’altra componente importante che caratterizza la cucina salentina è l’impronta contadina, fatta di ingredienti cosiddetti “poveri”, di una serie di prodotti della terra estremamente varia e legata ai ritmi stagionali.
Si inizia dal grano duro, che viene servito spezzato nelle minestre di legumi (un tempo veniva “stumpato” nei mortai scavati nella pietra, stretti e lunghi), utilizzato in innumerevoli prodotti cotti nel forno a legna come pani, focacce, pucce (praticamente dei panini conditi con olive o pomodori, capperi, cipolle, zucchine ecc. secondo la fantasia e la disponibilità dei prodotti) e poi ancora taralli, frise e biscotti.
E poi ancora la “pasta fatta a casa”, le più tipiche salentine sono le “sagne ‘ncannulate” (specie di lunghe e strette tagliatelle arrotolate fatte solo di acqua e farina) e le “ricchie coi minchiareddi” (cioè orecchiette con delle specie di maccheroncini, mescolati o “maritati”).
Anche la farina di orzo ha uno spazio sempre maggiore man mano che si scende verso sud, fantastiche le frise di orzo e la pasta fatta a casa.
Ma gli ingredienti più vari e usati con fantasia sono le verdure e i legumi che qui diventano minestre e pietanze principali, verdure di stagione e una grande quantità di erbe spontanee che ritmano il calendario e il passare delle stagioni. Verdure cotte nella “pignatta” (contenitore di cocccio) nel caminetto e arricchite con formaggio o con carne di maiale nei giorni di festa.
La primavera è un’apoteosi di cicorielle selvatiche, “zanguni” e “fritta” (il rosolaccio ripassato in padella con le olive nere piccole, semplicemente fantastico) e poi i lampascioni (piccoli bulbi selvatici lievemente amarognoli), i cridmi (germogli di succulente piantine diffusissime sugli scogli vicino al mare, che si lessano e si condiscono con olio, aglio, aceto, menta e pane grattugiato), la borraggine (fritta o in meravigliose minestre con i cereali) e molte altre ancora.
I legumi erano la principale fonte di proteine e pare che Pitagora fosse goloso di “purè di fave con le cicorie”, tanto da scriverne e consigliare l’uso dell’acqua piovana per la cottura delle cicorie.
Ma la tradizione offre anche i “piselli secchi con il grano stumpato”, i “ciciri e tria”, le fave fresche con il pecorino e una serie di meravigliose insalate tra cui bisogna assolutamente provare quella estiva fatta con patate e cipolle (possibilmente infornate nel forno a legna dopo aver finito la cottura del pane), pomodori, cummarazzi (una verdura diffusa solo in Puglia, delle specie di piccoli meloncini che si consumano verdi e croccanti), capperi, basilico, e olive, una vera delizia che da sola vale un pasto.
In alcune aree i contadini erano anche pescatori e anche nelle preparazioni di pesce la verdura ha un posto di preminenza, come nella “taiedda” (o tiella) una pentola di terracotta in cui si alternano strati di alcuni o tutti di questi ingredienti: zucchine, patate, pomodori, carciofi, cipolle e frutti di mare. O ancora il tradizionale polipo in pignatta con le patate (rigorosamente cucinato nella terracotta)
La carne compariva sulla tavola solo nei giorni di festa, ai matrimoni o nelle cerimonie.  I piatti più comuni sono i pezzetti di cavallo, cotti a lungo nella pignatta con tanto alloro, o le deliziose polpette al sugo, con cui si condisce la pasta fatta a casa.
Ma soprattutto tutte le preparazioni per utilizzare tutto di un animale e ridurre al minimo gli scarti: gli gnummareddi, detti anche turcineddi, involtini di interiora di agnello, cotti a lungo sulla brace e molto amati dai buon gustai e uno speciale sanguinaccio preparato con sangue di maiale mescolato a cervella di vitello, si dice che la sua bontà fosse così tanto apprezzata che trecento anni fa i leccessi  usarono il sanguinaccio come merce di scambio per ottenere una delle colonne terminali della via Appia dai Brindisini..
Molte le preparazioni laboriose per ottenere scorte di ingredienti da stivare per l’inverno, tra queste ricordiamo la “ricotta scanta”, ottenuta con latte di pecora, mucca e capra, una densa crema piccante che richiede una lunga e laboriosa preparazione e che viene usata per condire pastasciutte e alcune minestre; la conserva di pomodoro, anche questa ottenuta dopo un lungo procedimento usando la potenza del sole di luglio e agosto, generalmente piccante e da spalmare sul pane arrostito e tante verdure conservate sott’olio, o ancora i pomodori seccati al sole e conservati in grandi contenitori di terracotta.
A fine pasto è d’obbligo portare in tavola una coppa di finocchi e cicorie, crudi e puliti, pronti da sgranocchiare.
Un capitolo a parte meriteranno i cosiddetti “finger food” e la pasticceria

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IN BICICLETTA PER IL SALENTO, cicloturismo

a spasso per la Rusia

Belle giornate ancora non troppo calde, l’ideale per uscire, esplorare, ammirare, godere. Ed è subito cicloturismo, come dice la parola: turismo in bicicletta, un modo moderno ma allo stesso tempo un vecchio modo per vivere un territorio.
Non rientra nello stereotipo dell’impresa sportiva o dell’avventura estrema, è più una filosofia, un approccio “tranquillo” che insegna a godere di ritmi più lenti, a notare particolari e panorami che altrimenti non si riuscirebbe nemmeno a vedere, di entrare in stretto contatto con l’ambiente e le sue genti.
I cicloturisti sono quasi sempre accomunati da una spiccata sensibilità ambientale, da una grande passione per la bicicletta come mezzo di trasporto e come stile di vita, da una vivace curiosità per i luoghi sconosciuti al grande pubblico e da una grande adattabilità alle situazioni impreviste.


Essi credono che l’essenza del cicloturismo sia la libertà di movimento e il piacere di esplorare lentamente
ultime 184In molti Paesi europei sono stati predisposti dei percorsi che, quando sono collegati tra di loro, vengono definiti “reti cicloturistiche” (europee, nazionali, regionali, ecc.). Dove queste reti sono state predisposte e ben organizzate, il cicloturismo è diventato anche un interessante fonte di reddito.
In Italia siamo solo all’inizio, qualche percorso è stato individuato e allestito, si comincia a parlare di “rete”, ancora poche cose e solo in alcune regioni; in Salento invece è ancora un’attività del tutto spontanea, si tratta della frangia “avventurosa” del numeroso popolo degli appassionati del settore, le avanguardie che si lanciano là dove ancora non viene fornito alcun servizio loro dedicato, quelli che per puro spirito di avventura sono disposti ad affrontare imprevisti e difficoltà.
ultime 191 Ed il Salento regala molto:  una fitta rete di strade di campagna, strade comunali, sentieri, la meravigliosa via litoranea con i suoi panorami da mozzare il fiato, piccoli centri storici da attraversare, ricchezze naturalistiche che si presentano davanti agli occhi ad ogni curva.
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La ex Colonia Scarciglia marina di Leuca


La ex Colonia Scarciglia, è uno dei tanti esempi dei tipici edifici che nel corso del 900 venivano costruiti lungo le coste italiane, inizialmente destinati ad accogliere i bambini più poveri ed indigenti, un operazione che incontrerà molta fortuna per tutto il primo novecento e durerà con alterne fortune fino a tutto il periodo fascista.
Dopo la seconda guerra mondiale le colonie riprenderanno vita grazie anche alla spinta delle grandi industrie italiane che ne faranno il centro ricreativo per i figli dei dipendenti e dei lavoratori.
Negli anni '60, in occasione del boom economico piano piano, sebbene resteranno molteplici le iniziative di soggiorno per l'infanzia, soprattutto le colonie della costa romagnola e toscana conosceranno un declino inarrestabile probabilmente a causa degli alti costi di mantenimento di strutture così grandi.
Edificata nel 1928 la Colonia Scarciglia si estende con la sua imponente mole proprio sopra un bellissimo tratto di litorale leucano, a ridosso dell'area dove si trova il faro di Leuca sull'estremo lembo di Punta Meliso, uno dei due promontori che racchiudono la cittadina di Santa Maria Leuca. Al di sotto dell'edificio uno splendido panorama di scogliere e grotte, tra le quali una delle più incantevoli, la grotta Cazzafri.
Intorno alla costa poi, soprattutto nel periodo estivo è facile vedere diverse imbarcazioni che qui si fermano per tuffi ed immersioni negli splendidi fondali.
Attualmente la colonia che giace abbandonata è al centro di un acceso dibattito sulla sua possibile futura destinazione, un museo del mare o un grande hotel super lusso.

Festa della Madonna a Santa Maria di Leuca - Fuochi 15 Agosto


Le celebrazioni in onore della Madonna a Santa Maria di Leuca hanno inizio nella sera del 14 di agosto, quando la statua della Madonna, conservata nel Santuario viene portata in processione per le vie del paese accompagnata dalla popolazione e dalle massime autorità civili e religiose della cittadina, una manifestazione molto suggestiva perchè accompagnata dal fuoco di decine se non centinaia di fiaccole che illuminano il passaggio della solenne processione.
Raggiunta la Chiesa di Cristo Re nel cuore della cittadina la Statua viene vegliata per tutta la notte in attesa della giornata successiva quando sarà portata in processione al mare.
E' questo uno dei momenti più intensi della celebrazione. Al mattino si svolge nella basilica una grande messa alla presenza di migliaia di devoti, mentre nel pomeriggio la madonna ripercorre le vie della città per raggiungere il porto.
Qui verrà sistemata su una delle barche dei pescatori di Leuca, addobbata per l'occasione di fiori, nastri, e decorazioni varie. In seguito partirà un corteo di barche, quelle dei pescatori ma anche imbarcazioni da diporto ed ufficiali, compresa la banda musicale che allieta con la musica la processione in mare.
Un fiorito e festoso corteo sul mare, che continua fino a raggiungere il piccolo porticciolo nella marina di San Gregorio. All'imbrunire, nella suggestione del tramonto le barche fanno ritorno a Santa Maria di Leuca, dove viene celebrata una Messa davanti a tutto il pubblico che ha partecipato alla processione.
Nel corso della serata, a notte inoltrata, un grandioso spettacolo di fuochi d'artificio nella marina di leuca conclude una giornata memorabile, illuminando magicamente la notte ed il mare che accarezza questo estremo lembo di terra salentina.

Sulle escursioni alle grotte

AVVISIAMO I NOSTRI TURISTI DI GUARDARSI DA INTRODURSI IN BARCA A MOTORE ACCESO NELLE GROTTE POICHE' E’ VIETATO DALLA LEGGE, SIA PER IL SUSSISTERE DI PROBLEMI LEGATI ALLA NAVIGAZIONE, ALLA SICUREZZA E ALL’INQUINAMENTO, SIA PER LA TUTELA DELLA FAUNA E FLORA MARINA CHE VIVONO NELLO GROTTE.
INOLTRE ESISTE IL PERICOLO REALE DI CEDIMENTI E PRECIPITAZIONI DI ROCCIA, COMPROVATE DA DIVERSI FATTI DI CRONACA. NESSUNA GROTTA INFATTI E' IN CONDIZIONE DI UFFICIALE VISITABILITA' E NAVIGABILITA' NON ESSENDOCI NESSUNA PERIZIA GEOLOGICA O ALTRO CHE LO ATTESTI.
AVVISIAMO CHE VI SONO OPERATORI SENZA SCRUPOLI, OPERATORI DI PICCOLA NAUTICA, CHE NONOSTANTE LE DISPOSIZIONI DI LEGGE E I VINCOLI AMBIENTALI, CONTINUANO INDISTURBATI LE ATTIVITA' DI ESCURSIONI ALLE GROTTE, INTRODUCENDOSI FUORILEGGE A MOTORE ACCESO: SAPPIATE CHE IN CASO DI DANNI, FERIMENTI, DECESSI RICONDUCIBILI A CEDIMENTI STRUTTURALI DELLE MEDESIME GROTTE L'EVENTUALE ASSICURAZIONE IN SIMILI CONDIZIONI NON NE RISPONDERA', NE CORRISPONDERA' ALCUNCHE' E I RESPONSABILI VERRANNO PUNITI DALLE LEGGI IN VIGORE E DALLE ORDINANZE DELLA CAPITANERIA. SOPRATTUTTO SE LE IMBARCAZIONI NAVIGANO IN SOVRANNUMERO, METTENDO IN SERIO PERICOLO L’INCOLUMITA’ DELLE PERSONE E ANNULLANDO L’EVENTUALE RISARCIMENTO DA PARTE DELLE ASSICURAZIONI. PER LA MAGGIOR PARTE TRATTASI DI SCIALUPPE DI SALVATAGGIO RICONVERTITE, RISPARMIANDO, IN BARCHE ADIBITE AL COSTANTE TRASPORTO DI PERSONE.
POCHI PRENDONO AL MOMENTO IN CONSIDERAZIONE LE NOSTRE E ALTRE PROPOSTE ALLA RICONVERSIONE DEI MOTORE DIESEL IN MOTORI ECOLOGICI O A MINORI IMPATTO AMBIENTALE, QUALI PER ESEMPI QUELLI ELETTRICI.
E ANCORA LA PROPOSTA DI RENDERE LEUCA UNA AREA MARINA PROTETTA, POICHE’ LE SUE acque, I fondali e I tratti di costa, GROTTE COMPRESE, Rappresentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare riguardo alla flora e alla fauna marina e costiera e per l'importanza scientifica, ecologica ed economica che rivestono, nonché PER IL LORO rilevante valore storico, archeologico-ambientale e culturale.
questo NON SIGNIFICHEREBBE FAR MORIRE LA PESCA E LE Attività TURISTICO RICREATIVE MARINE, BENSÌ RICONVERTIRE GLI ATTUALI ESERCIZI IN attività di fruizione ed uso sostenibile del mare di modesto impatto ambientale, coniugando la conservazione dei valori ambientali con la fruizione ed uso sostenibile dell'ambiente marino.