Non rientra nello stereotipo dell’impresa sportiva o dell’avventura estrema, è più una filosofia, un approccio “tranquillo” che insegna a godere di ritmi più lenti, a notare particolari e panorami che altrimenti non si riuscirebbe nemmeno a vedere, di entrare in stretto contatto con l’ambiente e le sue genti.
I cicloturisti sono quasi sempre accomunati da una spiccata sensibilità ambientale, da una grande passione per la bicicletta come mezzo di trasporto e come stile di vita, da una vivace curiosità per i luoghi sconosciuti al grande pubblico e da una grande adattabilità alle situazioni impreviste.
Essi credono che l’essenza del cicloturismo sia la libertà di movimento e il piacere di esplorare lentamente
In molti Paesi europei sono stati predisposti dei percorsi che, quando sono collegati tra di loro, vengono definiti “reti cicloturistiche” (europee, nazionali, regionali, ecc.). Dove queste reti sono state predisposte e ben organizzate, il cicloturismo è diventato anche un interessante fonte di reddito.
In Italia siamo solo all’inizio, qualche percorso è stato individuato e allestito, si comincia a parlare di “rete”, ancora poche cose e solo in alcune regioni; in Salento invece è ancora un’attività del tutto spontanea, si tratta della frangia “avventurosa” del numeroso popolo degli appassionati del settore, le avanguardie che si lanciano là dove ancora non viene fornito alcun servizio loro dedicato, quelli che per puro spirito di avventura sono disposti ad affrontare imprevisti e difficoltà.
Ed il Salento regala molto: una fitta rete di strade di campagna, strade comunali, sentieri, la meravigliosa via litoranea con i suoi panorami da mozzare il fiato, piccoli centri storici da attraversare, ricchezze naturalistiche che si presentano davanti agli occhi ad ogni curva.
Post tratto dal bellissimo blog
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